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BIORISTRUTTURAZIONE E BIORISTRUTTURAZIONE

Il processo d’ invecchiamento cutaneo è causato da diversi fattori (l’età, il patrimonio genetico, l’esposizione solare, le abitudini e le condizioni di vita) e i modi attraverso cui si manifesta sono molteplici e sono rappresentati da segni tangibili ed inesorabili:

  • Assottigliamento della superficie cutanea
  • Riduzione dell’elasticità e della flessibilità della pelle
  • Diminuzione della produzione di sebo
  • Discromie (macchie della pelle)
  • Diminuzione del numero delle ghiandole sudoripare
  • Riduzione del tessuto adiposo (svuotamento delle guance)
  • Disidratazione

La cute progressivamente invecchia e mostra in modo sempre più evidente, tutte le caratteristiche di una pelle che non è più giovane: rughe, solchi e pieghe del viso, grinze e secchezza, colorito spento giallo-grigiastro, macchie e cheratosi, fragilità capillare.

Qualunque sia la causa dell’invecchiamento cutaneo, il motivo principale per cui si manifestano tutti i segni sopra elencati, si identifica in una ridotta capacità cellulare di produrre collagene, che è la proteina di sostegno della nostra cute, l’impalcatura su cui si reggono gli strati superficiali la pelle.

Ciò significa che col tempo, non solo si va incontro ad una perdita di acqua (disidratazione e secchezza) e di grasso (svuotamento delle guance), ma anche ad un progressivo cedimento cutaneo con irrigidimento dei tessuti imputabili a ridotta produzione di collagene giovane ed elastico che viene sostituito da un collagene fibrotico, qualitativamente più rigido e di tipo cicatriziale (grinze e rughe de viso).

Esistono due grandi categorie di interventi in Medicina Estetica il cui obiettivo consiste nell’ attuazione di terapie antiaging attraverso le quali sia possibile stimolare tutti quei processi riparativi e restitutivi che contrastano l’invecchiamento cutaneo: si tratta della Biostimolazione e della Bioristrutturazione.

Con il termine di Biostimolazione si identifica una terapia che si prefigge di contrastare il naturale processo di invecchiamento cutaneo attraverso l’apporto di sostanze specifiche inoculate nel derma e nell’epidermide allo scopo di riattivare la funzionalità delle cellule preposte alla sintesi di collagene, ovvero i fibroblasti.

Attraverso la Biostimolazione è possibile introdurre nella cute diverse sostanze che non correggono temporaneamente un singolo inestetismo (ruga), ma intervengono su tutta l’area trattata (es. viso, collo o décolleté) per ritrovare turgore, elasticità, tono, compattezza, luminosità e idratazione.

Le sostanze biostimolanti sono molteplici ed agiscono attraverso svariati meccanismi d’azione:

  • aminoacidi, fattori di crescita, vitamine, minerali, coenzimi stimolano direttamente le cellule attivando il loro metabolismo e promovendo pertanto una rigenerazione e produzione di nuovo collagene
  • vitamine, minerali, coenzimi
  • gli acidi ialuronici ad alto peso molecolare migliorano direttamente il trofismo cutaneo e quindi l’idratazione ed il turgore perché hanno la capacità di richiamare acqua fino a 500 volte il loro volume.

Questa terapia può essere eseguita attraverso due tecniche differenti:

  1. La tecnica iniettiva a micropomfi consiste nell’inoculazione di piccole quantità di prodotto in tutte le aree interessate dall’inestetismo attraverso un sottilissimo ago che crea dei microdepositi simili a tanti pizzichi di zanzara; sul viso non rimangono segni perchè i micropomfi si riassorbono nell’arco di pochi minuti (è rara, ma comunque possibile, la comparsa di piccoli lividi).
  2. La dermoelettroporazione consiste in una metodica per la veicolazione transdermica senza l’utilizzo di aghi, di sostanze che determinano la rigenerazione cutanea: in questo caso si evita completamente il rischio di lividi e la tecnica è completamente indolore.

In ogni caso sono consigliati cicli di terapia (4-6 sedute ogni 7-15 giorni) da ripetere 2 volte l’anno.

Se da un lato la biostimolazione indica un’attivazione delle funzioni biologiche della cute al fine di ottimizzare la fisiologia di questa con un conseguente miglioramento estetico, dall’altro si parla di Bioristrutturazione per indicare una terapia attraverso la quale ci si prefigge di alterare i normali componenti cutanei al fine di ottenere un ricompattamento strutturale che risulta essere necessario in quel tipo di pelle in cui si possa notare un importante cedimento cutaneo.

Per questo tipo di terapia si procede con l’introduzione intradermica di sostanze attraverso sottili aghi che, nell’arco di qualche mese in 3-6 sedute, sono in grado di riempire le guance svuotate e correggere le pieghe del viso: non si tratta di un riempimento dovuto alla sostanza inoculata come nel caso di un gel riempitivo (tipo il filler di acido ialuronico), il meccanismo è completamente diverso! 

In questo caso la guancia si riempie per una importante e cospicua rigenerazione di collagene che forma una trama compatta in grado di riempire le regioni svuotate e sostenere i tessuti nei quali si notano cedimenti e lassità.

Le sostanze impiegate per la bioristrutturazione sono diverse (PDRN, acido polilattico, silicio organico) e l’indicazione all’utilizzo di ciascuna di esse dipende dal parere del medico la cui competenza è fondamentale per stabilirne l’eventuale protocollo terapeutico.

La bioristrutturazione non si ottiene solo attraverso l’inoculazione di sostanze a livello cutaneo, ma anche attraverso l’effetto di metodiche strumentali diverse: ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU), radiofrequenza, laser, luce pulsata. Queste metodiche determinano una iniziale contrazione e successiva rigenerazione del collagene, ma i diversi meccanismi d’azione attraverso cui si esplica questo effetto ristrutturante, implicano anche che per ogni paziente venga proposta la terapia più adatta in base alle specifiche esigenze valutate caso per caso.